In data odierna si è svolto lo sciopero per il rinnovo del contratto nazionale della grande distribuzione organizzata moderna. Nonostante il poco preavviso le lavoratrici e i lavoratori dell’area metropolitana di Bologna hanno aderito con Numeri importanti con picchi ulteriori agli 80% di adesione in molti supermercati delle catene più importanti nazionali. I motivi del dissenso nascono a seguito della rottura della trattativa avvenuta nella notte tra il 26 e il 27 aprile, nonostante gli altri contatti del settore del del commercio organizzato abbiano chiuso sia nell’ambito del privato sia nell’ambito della cooperazione. Le organizzazioni sindacali di Cgil Cisl Uil di settore danno una valutazione positiva dell’adesione odierna e auspicano una ricomposizione veloce del tavolo nazionale e della trattativa così da allineare gli stipendi per tutto il settore e garantire gli aumenti anche ai moltissimi lavoratori supermercati dell’aria Bolognese di tutta la regione e Emilia-Romagna.

 "Riteniamo gravissimo e irresponsabile l'atteggiamento di federdistribuzione, concentrata esclusivamente sul profitto e incurante dei bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentano il vero motore di queste imprese e quotidianamente contribuiscono alla loro ricchezza "

 
Anna Maria Russo
Filcams CGIL Bologna
 
Stiamo parlando di lavoratrici e lavoratori che non hanno fine settimana, sabati e domeniche libere. Sono persone, soggetti con relazioni sacrificate da questa professata mistica adorazione del mercato. Ebbene, dall'era pre-covid queste persone sono senza contratto,  le motivazioni della controparte sono puerili e disvelano arroganza.Non siamo disponibili di fronte ad una presunta disponibilità ad aumentare la paga base di un contratto scaduto da 51 mesi mortificare la professionalità delle medie e alte professionalità. Se si pensa che queste associazuoni rappresentano marchi che fatturano oltre 80 miliardi di euro le loro proposte le riteniamo ancora più irricevibili. 
 
Enrico Gobbi 
Fisascat Cisl Amb
 
“Pensiamo che le persone meritino sempre rispetto e non solo quando se ne ha bisogno per dare certezze alle persone come nel periodo della pandemia, quando sono stati esposti più di altri al contagio pur di garantire ad ognuno che i negozi restassero aperti. Oggi, a quattro anni dal lockdown, chiediamo che alle lavoratrici ed ai lavoratori dei supermercati siano riconosciuti salario dignitoso e diritti certi. È un atto di civiltà democratica”.
 
Aldo Giammella 
Uiltucs UIL