Recentemente il Comune di San Lazzaro ha deciso di limitare l’utilizzo delle slot all’interno dei bar ad una sola ora al giorno. Una scelta forte ed inedita, al limite della provocazione, che ha però il merito di segnalare nuovamente una condizione, quella della crescita inarrestabile dell’azzardo, che solo sporadicamente diventa oggetto dell’attenzione generale. Succede per qualche settimana quando sono coinvolti giocatori di calcio, o per qualche giorno quando si registrano importanti vincite, senza che nessuno ricordi le infinitamente maggiori perdite. Si era tornati a parlare di azzardo anche nei mesi scorsi, con la presentazione del rapporto “Pane e azzardo” di Federconsumatori Emilia Romagna, che consegnava diverse emergenze nel territorio bolognese. Nel 2022 nella nostra provincia i maggiorenni avevano speso 2.451 euro in azzardo pro capite; una cifra che saliva a 2.664 nella città di Bologna (fisico e online).  A causa dell’incomprensibile divieto di diffusione dei dati del gioco fisico, suddivisi per Comune, non è semplice il compito di chi vuole, attraverso i numeri, descrivere questa emergenza. Il rapporto di Federconsumatori si soffermava su di un’area in fortissima crescita, non oggetto di divieti. Nell’azzardo online si notava così l’incredibile dato di due Comuni bolognesi: Zola Predosa, con 7.448 euro pro capite nel solo gioco online e Calderara di Reno, con 4.473 euro. Se Zola aveva un record incredibile - prima in Italia nell’azzardo online nei Comuni oltre i 15.000 abitanti - anche Calderara si classificava ai primissimi posti, dopo la stessa Zola, Patti (Me), Castel San Giorgio (Sa) e Casal di Principe (Ce). La scelta delle mafie e dell’economia sommersa di investire sull’azzardo online è talmente evidente da non essere messa in discussione da nessuno, nemmeno dalle aziende del settore.   L’enormità di questi numeri ha forse messo in secondo piano i numeri complicati della provincia di Bologna, prima in Regione per “investimento” in azzardo, e della città di Bologna, seconda tra i capoluoghi. Numeri pesanti, con incrementi continui anno dopo anno, attorno ai quali crescono anche i drammi personali e familiari, l’indebitamento, i gesti estremi. 

Cresce al contempo anche il rapporto tra minori e l’azzardo, veicolato da una illegale e continua pubblicizzazione dei giochi, e dalla “tolleranza” interessata di molti gestori di locali dedicati, in tutto o in parte, all’azzardo. Ridurre l’enorme offerta di azzardo, contenerne la continua crescita, mettendo sopra ogni cosa la salute dei cittadini, doveva essere al centro dell’azione del Governo Meloni, impegnato nel tentativo di costruire una legge organica per il settore. Invece abbiamo assistito allo scorporo dell’online, oggetto di una recente più che discutibile iniziativa legislativa; norme fatte per fare cassa, che superano il divieto di pubblicizzazione dell’azzardo, allargandone ulteriormente gli spazi, e progettandone l’ulteriore crescita. Si delinea una futura normativa sul gioco fisico tutta volta a rispondere alle richieste della lobby dell’azzardo, con la riduzione ai minimi termini del ruolo delle amministrazioni locali in materia di definizione di tempi, modi e luoghi dove offrire azzardo. Tutto questo in cambio del trasferimento di risorse ai Comuni, provenienti dalla tassazione all’azzardo; risorse che ai Comuni serviranno soltanto per riparare ai danni portati nel tessuto sociale dal dilagare dell’azzardo.

In questo contesto, mentre si predispone l’attacco definitivo al lavoro egregio fatto in questi anni da tanti, attorno all’ottima normativa regionale, sono davvero troppo rare le voci critiche che si alzano nella nostra provincia. Un territorio dove nel 2024 potremmo assistere al superamento della spesa alimentare da parte di quella per azzardo, e dove è indispensabile affrontare questo tema in forma collettiva: Amministrazioni Locali, Terzo Settore, volontariato, mondo Cattolico e chiunque abbia a cuore il bene comune. 

Quindi, ci diamo una mossa?



Marinella Goldoni – Presidente Federconsumatori Bologna APS

Via Marconi, 67/2

40122 Bologna 




Bologna, marzo 2024