Apprendiamo con soddisfazione i contenuti dell’intesa raggiunta dalle organizzazioni sindacali CGIL CISL e UIL con il Comune di Bologna, lo scorso venerdì 15 dicembre, sul bilancio di previsione 2024 – 2026.

Un accordo che mette a fuoco i criteri di progressività ed equità in materia fiscale e in materia di tariffazione della refezione scolastica. Che interviene sul mercato delle locazioni e della valorizzazione del personale.

 

In particolare, tra i contenuti dell’intesa, trova finalmente spazio nell’accordo l’impegno da parte dell’Amministrazione Comunale a garantire a tutto il personale presente nei plessi scolastici, in cui il Comune fornisce il servizio pasto, la stessa possibilità di scelta che oggi viene offerta a bambine e bambini.

 

Una richiesta che come FLC CGIL portavamo avanti da tempo e che aveva anche trovato conferma, lo scorso 9 aprile 2020, in una sentenza del tribunale di Bologna che aveva accolto il ricorso, sostenuto da CGIL e FLC, di una docente di scuola primaria che lavorava in una scuola della città di Bologna.

 

L’insegnante aveva richiesto al Giudice il riconoscimento del diritto di poter fruire di un servizio mensa strutturato in modo da poter soddisfare le proprie esigenze alimentari connesse con la dieta vegana, che seguiva in conformità con le sue credenze etico religiose. La lavoratrice riteneva di subire una discriminazione, in considerazione del fatto che nell’erogazione dei pasti scolastici esistono già diete differenziate su base religiosa, e perfino sulla base di mere scelte alimentari, come per i vegetariani, ma tale scelta non era consentita al personale scolastico.

 

Così, grazie a questa intesa si amplia e si rafforza, sul territorio bolognese, quanto sancito dall’art. 21 del CCNL Istruzione e Ricerca che individua il personale della scuola destinatario del servizio mensa gratuito.

 

FLC CGIL Bologna