E’ accaduto l’inimmaginabile!

Nonostante la Corte internazionale di giustizia avesse intimato Israele di arrestare le operazioni a Rafah, negli ultimi tre giorni l’esercito israeliano è entrato in quella che era stata dichiarata zona sicura dalle forze di occupazione, bombardando, causando incendi e trasformandola in un mare di orrore.

I corpi di donne, bambini e anziani che avevano cercato rifugio nei campi profughi, all’interno di tende improvvisate, sono bruciati vivi. E l’esercito israeliano prosegue anche in queste ore la sua avanzata nel sud della striscia di Gaza, con la concreta possibilità che altre vittime innocenti cadano sotto i colpi delle loro armi o a seguito della loro azione, incurante di tutti i pronunciamenti degli organismi internazionali, ONU compresa, a tutela della popolazione civile palestinese.

In questi ormai otto mesi avevamo già visto purtroppo tutto: avevamo espresso la totale e netta condanna del massacro compiuto da Hamas lo scorso 7 ottobre nei confronti di tanti civili israeliani inermi; così come abbiamo assistito sbigottiti alla catastrofe prodotta a Gaza dalla reazione del Governo di Netanyahu.

Israele deve fermarsi!

La Corte Internazionale di Giustizia e la Corte Penale Internazionale, le due massime giurisdizioni mondiali indipendenti e imparziali, hanno messo lo Stato di Israele di fronte alle sue gravissime responsabilità nella guerra contro Hamas nella Striscia di Gaza.

Tutta la comunità internazionale deve mobilitarsi per ottenere il cessate il fuoco. Così come è importante che dopo la decisione di tre paesi europei, Spagna, Irlanda e Norvegia, di riconoscere formalmente lo Stato di Palestina, altri percorrano la medesima strada, a partire dall’Italia.

Non c’è alternativa a questo e alla scelta di percorrere la via della pace, affinchè si riconosca il diritto di quei due popoli a vivere ognuno in uno Stato libero e indipendente.

Ma prima serve il cessate il fuoco, la fine di questo orrore, la liberazione di tutti gli ostaggi e dei prigionieri.

Fino a che ciò non avverrà la CGIL di Bologna esporrà la bandiera Palestinese dalle proprie finestre, insieme a quella della pace presente sulle proprie facciate. Continuerà a mobilitarsi, come avvenuto in tutti questi mesi, per fermare questo come gli altri conflitti in atto, insieme alle reti dei movimenti pacifisti.

La prossima settima partirà anche il primo carico di aiuti umanitari, finanziati attraverso la raccolta fondi straordinaria della campagna nazionale “CGIL per Gaza”.

 

La Segreteria CDLM-CGIL di Bologna

Bologna, 30 maggio 2024