La CGIL di Bologna e la FP CGIL di Bologna nel denunciare l’ennesima tragedia che si è consumata all’interno delle mura della Dozza e che ha avuto quale sua ultima vittima un uomo in attesa di giudizio di 47 anni, intende porre all’attenzione di tutte le istituzioni cittadine e delle autorità preposte le criticità strutturali che affliggono da tempo il sistema carcerario cittadino a Bologna. Noi da tempo denunciamo il cronico sovraffollamento, che tocca stabilmente ormai in media quota 850 presenze, a fronte di una capienza prevista di circa la metà, con il personale interno chiamato a prestare servizio in condizioni a dir poco proibitive. 

E solo grazie alla professionalità e coraggio dimostrato dal personale di polizia penitenziaria interno, che si può evitare di commentare disordini che potevano sfociare in qualcosa di molto peggio, a seguito di quel triste evento.

Quanto accaduto era nell' aria, una cronaca di un suicidio annunciato, e purtroppo, ne siamo certi, non sarà l'ultimo episodio drammatico che si verificherà, almeno fino a quando l'Amministrazione non cambierà radicalmente l’approccio alla gestione degli Istituti di pena.

Il fallimento è sotto gli occhi di tutti: tra sovraffollamento, ristretti con problemi psichiatrici mai diagnosticati, carenza spaventose di personale a tutti i livelli, sanità penitenziaria allo sbando, carenza di risorse investite e carenze di strutture idonee ad accogliere quei detenuti che potrebbero scontare la loro pena fuori dal carcere.

Gli istituti di pena del nostro Paese da tempo non assolvono più ai compiti rieducativi che gli assegna la Costituzione, per limitarsi stipare il maggior numero di reclusi per i quali è già troppo spendere per lenzuola di stoffa o per prodotti d’'igiene o per le pulizie, figuriamoci per programmi rieducativi degni di questo nome o più banalmente condizionatori per alleviare la calura estiva.

Davanti a questa tragedia quotidiana, il personale di polizia penitenziaria è chiamato ad evitare il peggio, nella crescente indifferenza da parte delle autorità preposte.

La situazione bolognese non è diversa da tutti gli altri istituti disseminati sul territorio nazionale, ma nonostante l'evidenza e nonostante l'attenzione stia purtroppo 



crescendo, quello che il personale avverte è soltanto un colpevole inesorabile silenzio!

La CGIL di Bologna e la FP CGIL sono stanche di dover prendere parola e commentare l’ultima tragedia in ordine di tempo, piuttosto vorrebbero commentare iniziative e proposte magari non per risolvere ma quanto meno affrontare seriamente gli atavici problemi della Dozza e del Minorile.

 

Concludevamo così una nota della FP CGIL di Bologna del 10 luglio scorso indirizzata al Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e riteniamo che quell’appello sia più che mai urgente e pertanto sentiamo di riproporlo: “Per l'ennesima volta chiediamo all'Amministrazione di mettere in campo interventi seri e risolutivi per creare condizioni minime di vivibilità per la popolazione detenute e condizioni di lavoro dignitose per il personale di Polizia Penitenziaria”.

E’ in animo nostro mettere in campo a partire dai prossimi giorni, con spirito unitario rispetto alle altre organizzazioni sindacali, tutte quelle iniziative volte a contrastare questa strage silenziosa che umilia il senso di umanità di ciascuno di noi.



CDLM-CGIL Bologna

FP-CGIL Bologna