La Camera del Lavoro Metropolitana-CGIL, la Fillea-CGIL e il Centro Lavoratori Stranieri-CGIL di Bologna ritengono importante rendere noto il percorso di tutela di un caso di grave sfruttamento lavorativo, che ha riguardato un lavoratore straniero assistito dalla nostra organizzazione.

Infatti, la Procura della Repubblica di Bologna, a seguito di apposita e specifica istanza, ha riconosciuto il diritto per un lavoratore a ricevere un permesso di soggiorno per “grave sfruttamento lavorativo” ai sensi dell’art. 22 del Testo Unico Immigrazione.
Si tratta di uno dei primissimi casi virtuosi in Italia di applicazione della normativa di legge, utilizzato per un singolo lavoratore.
E’ opportuno descrivere il caso:

  • in lavoratore straniero, privo di permesso di soggiorno, si è rivolto alla FILLEA di Bologna perché il datore di lavoro, titolare di una piccolissima ditta individuale, non lo pagava;
  • in un anno e mezzo lo straniero aveva lavorato ben oltre 200 ore al mese ricevendo come retribuzione complessiva, ovviamente “in nero”, la somma di € 12.800;
  • il lavoratore accettava queste condizioni di lavoro a causa di un suo stato di bisogno, caratterizzato da elementi ulteriori la semplice condizione di clandestinità sul territorio nazionale.

Sussistendo quindi tutti i requisiti, veniva proposta querela per sfruttamento lavorativo ai sensi della Legge 199/2016, allegando conteggi sindacali per un credito di lavoro di oltre € 40.000 e le prime indagini difensive con le dichiarazioni testimoniali raccolte direttamente nello studio legale.
Dopo soli 20 giorni dal deposito della querela la Procura della Repubblica di Bologna, a seguito di apposita e specifica istanza, ha riconosciuto il diritto per il lavoratore straniero a ricevere un permesso di soggiorno per sfruttamento lavorativo ai sensi dell’art. 22 del Testo Unico Immigrazione.
Il nulla osta al permesso di soggiorno è stato concesso solo sulla base della querela e delle sue allegazioni in quanto le indagini demandate ai Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro dovranno iniziare nelle prossime settimane.
Questa vicenda dimostra come la Legge 199/2016, concepita per contrastare i fenomeni di caporalato e frutto delle lotte portate avanti negli anni scorsi soprattutto dalle due categorie degli edili e dell’agricoltura, può diventare, quando applicata nella sua completezza, strumento fondamentale di emancipazione dei lavoratori dallo sfruttamento, che ha portato in tempi rapidi al riconoscimento di un permesso di soggiorno, condizione necessaria per la fruizione dei diritti universali riconosciuti a tutti i cittadini e i lavoratori.
Troppo spesso infatti, a fronte della denuncia dei casi di grave sfruttamento, l’applicazione della normativa prevista dal Testo Unico Immigrazione, attuata con tempi troppo lunghi, ha impedito l’esercizio di una effettiva tutela dei lavoratori interessati.
Siamo perciò di fronte ad una esempio virtuoso, che può aprire strade utili da percorrere nei tanti, troppi, casi di caporalato e grave sfruttamento presenti in diversi settori anche nel nostro territorio.
Si ringrazia l’Avv. Gian Andrea Ronchi per l’importante attività di tutela svolta.

La Segreteria CDLM-CGIL di Bologna
Il Centro Lavoratori Stranieri-CGIL di Bologna
La Segreteria Fillea-CGIL di Bologna
Bologna, 17 febbraio 2023